Un Capitano, la biografia di Totti ricca di aneddoti e curiosità mai raccontate

"Cassano il fratello minore che non ho mai avuto"
15.10.2018 15:00 di Chiara Biondini Twitter:    vedi letture
Fonte: Recensione TMWmagazine ottobre 18
Un Capitano, la biografia di Totti ricca di aneddoti e curiosità mai raccontate
TMW/TuttoC.com

Titolo: Un Capitano
Di Francesco Totti con Paolo Condò
Editori Rizzoli
Uscita settembre 2018

Uscita nelle librerie a fine settembre, “Un Capitano” è l’autobiografia in cui Francesco Totti si racconta, un libro “evento” atteso dagli appassionati della Roma e non solo, scritto con l’aiuto di Paolo Condò, giornalista della Gazzetta dello Sport e volto di Sky. Si parte dal raccontare l'infanzia in via Vetulonia i primi calci al pallone, la timidezza e la paura del buio, la vita di quartiere... Gli amici che resteranno gli stessi per tutta la vita. Gli allenamenti a cui la mamma lo accompagnava in 126, asciugandogli i capelli con i bocchettoni in inverno. L'esordio in Serie A a 16 anni in un pomeriggio di marzo del 1993 a Brescia...il primo derby, il primo gol, il rischio di essere ceduto alla Sampdoria prima ancora che la sua favola in giallorosso possa cominciare. E poi la gloria: ... venticinque anni con la stessa maglia, capitano per sempre, un palmares che annovera un epico Scudetto, due Coppe Italia e due Supercoppe Italiane, oltre ovviamente al Mondiale 2006 conquistato da protagonista con la Nazionale.
Ciò che rende però questo libro così interessante, non sono tanto le tappe ripercorse della vita di un campione che ormai tutti conosciamo, ma le tante rivelazioni e gli aneddoti sparsi nelle 512 pagine, come tutti i retroscena delle liti con Spalletti e Baldini. In un passaggio si ripercorre la questione del rinnovo contrattuale, che era ancora in bilico, quando il numero 10, decise di rilasciare un'intervista in cui chiedeva più rispetto della società, ma quelle parole non piacquero a mister Spalletti, che l'indomani a Trigoria ebbe una discussione con l'attaccante. "Sono seduto in un angolo da solo a far colazione, lontano da Spaletti e lo staff. Mi viene a chiamare Vito Scala e mi dice che il mister vuole parlarmi a proposito dell'intervista. Così andiamo in una sala riunioni e lui ha in mano la rassegna stampa e la agita come fosse un randello. «Che cosa devo fare io adesso?». Se lo chiede tre volte in tono sempre più spazientito. «Mister, ma ha sentito l'intervista? Guardi che Vito l'ha registrata...». «Non me ne frega niente dell'intervista, conta quello che c'è scritto qui, sui giornali». «Guardi che di lei ho parlato soltanto bene, è alla società che ho chiesto più rispetto». Gli do del lei, a memoria è la prima volta: un evidente segno del gelo sceso ormai fra noi. Andiamo avanti a lungo, io per chiarire e lui per ribadire la sua irritazione. «Basta, inutile proseguire, tanto non capisci. Hai sbagliato, e adesso vai a casa». È la punizione più umiliante. Cacciato da Trigoria. Io. Cacciato da casa mia. Tremo dalla rabbia. Dopo un lungo silenzio, affilo le parole più taglienti che mi vengono in quel momento. «Molto bene, accetto la sua punizione. Vedremo se sarò io o sarà lei a pagarne le conseguenze»”.

Non mancano anche i racconti dei suoi legami con i compagni di squadra primo fra tutti Antonio Cassano: nel capitolo intitolato "Batman e Robin", il Capitano, lo ha elogiato definendolo il calciatore più forte col il quale abbia mai giocato. “È il fratello minore che non ho mai avuto – racconta Totti nel libro - e al quale ho cercato di “salvare” la carriera senza riuscirci, o almeno non come avrei voluto”. Un’amicizia quella tra i due minata nel corso della condivisione dello stesso spogliatoio da due litigi, uno legato alla sparizione dell'assegno mensile dello stipendio di Cassano, che accusò la cameriera di casa Totti, ma che alla fine saltò fuori tra le pieghe del sedile della macchina di Fantantonio; l’altro riguardante un presunto cachet di C’è posta per te, dove Antonio era ospite: cifra mai pervenuta nelle tasche del 10 giallorosso, così come per altro non fu mai scoperta la fonte nello spogliatoio giallorosso, che mise la voce in giro, minando il rapporto tra i due calciatori.

Immancabile anche lo spazio dedicato alla sua famiglia, al matrimonio da sogno con Ilary Blasi, alla vita mondana attraversata sempre con leggerezza, con autoironia, con il sorriso grato di chi ha ricevuto in dono un talento straordinario e la possibilità di divertirsi facendo ciò che più ama: giocare a pallone. Con l'espressione eternamente stupita del ragazzo che una città ha eletto a simbolo e condottiero, oggetto di un amore senza uguali. Fino al giorno del ritiro dal calcio giocato, e di un addio che ha emozionato non solo i tifosi romanisti ma gli sportivi italiani tutti. Perché Totti è la Roma, ma è anche un pezzo della vita di ognuno di noi.