Intervista TC

Lucchese, Magnaghi: "Qui ho visto cose che fanno male al calcio. Dalla A al ritiro senza ghiaccio"

Lucchese, Magnaghi: "Qui ho visto cose che fanno male al calcio. Dalla A al ritiro senza ghiaccio"TMW/TuttoC.com
© foto di Valeria Debbia
Ieri alle 20:30Interviste TC
di Raffaella Bon

Simone Magnaghi, bomber della Lucchese, dopo l'incredibile stagione dei rossoneri, salvatisi ai playout senza ricevere stipendi per mesi e senza alcuna certezza sul futuro, ha analizzato l'annata appena terminata.

Partiamo dalle tue parole di sabato?
"È stato tutto un po’ improvvisato. Non mi aspettavo di dover parlare, ma ho detto quello che mi è venuto spontaneo, raccontando semplicemente il nostro vissuto. È stata un’annata travagliata, per usare un eufemismo. Abbiamo visto troppe cose che fanno male al calcio: quattro cambi di proprietà in sessanta giorni, promesse non mantenute, rischi concreti per la nostra incolumità. Alcuni, purtroppo, si sono fatti male e non siamo stati tutelati".

Come avete fatto a rafforzare il gruppo in queste condizioni?
"Il gruppo si è consolidato soprattutto dopo il 16 febbraio, alla scadenza trimestrale. C’era già un’ottima base, ma da quel momento siamo diventati ancora più uniti. Abbiamo conquistato la salvezza sul campo con 45 punti, un risultato straordinario considerando il nostro percorso. È stata un’annata super positiva".

Siete scesi in campo senza pensare alle conseguenze personali, come la mancanza di assicurazione infortuni.
"Sapevamo del rischio, ma abbiamo messo al primo posto l’obiettivo comune: salvare la Lucchese sul campo. Dopo il mercato di gennaio, soprattutto dopo la partita contro il Milan, abbiamo iniziato a sentire frasi strane, come calcoli sui punti di penalizzazione. Poi tutti sono “scappati”. Vedevamo la società fare mercato, arrivavano giocatori, e lì per lì non pensavamo al fallimento. Ma dopo la partita a Perugia, ci hanno comunicato che non era stato saldato nulla. Lì abbiamo avuto la certezza della situazione".

Vi sentite traditi, anche da Bulgarella?
"Tutto è partito da lui. Il presidente Bulgarella ha iniziato la stagione con proclami ambiziosi, parlando di una squadra da primi 4-5 posti e persino di Serie A. Invece, abbiamo fatto il ritiro senza ghiaccio, con un solo fisioterapista per 25 ragazzi e problemi su problemi. La vendita repentina a nuove persone, quando si parlava di due cordate serie, ha peggiorato tutto. Ho sentito di tutto: cordate, stipendi pagati che non arrivavano mai, sogni di Serie A. A un certo punto, abbiamo smesso di credere alle favole".

Come avete gestito le spese, come gli affitti?
"La città di Lucca ci ha aiutato tantissimo, ha fatto davvero la differenza. Molte attività hanno contribuito economicamente per i viaggi in pullman, i ritiri e le spese quotidiane necessarie a tenere aperto lo stadio. Il comune ha garantito le spese per le gare interne al Porta Elisa, e i proprietari degli immobili ci sono venuti incontro".

Avete perso alcuni giocatori durante il percorso?
"Sì, come ho detto in sala stampa, abbiamo perso alcuni giovani alle prime esperienze, con stipendi minimi federali. Se non li paghi, non restano, ed è comprensibile. Li abbiamo persi per cause di forza maggiore, ma la città intera si è mobilitata per sostenerci".

Domani c’è la prima sentenza. Si spera che qualcuno salvi la Lucchese.
"Il mio augurio è che il lavoro di giocatori, staff, mister e tutto il gruppo dia continuità alla Lucchese nel professionismo, in Serie C, dove l’abbiamo lasciata. Spero arrivino persone serie. Sentire subito dopo che “la Lucchese non merita la Serie C” fa male. Abbiamo dimostrato sul campo di meritarla, che è l’unico giudice. Non siamo contenti, siamo le prime vittime: non abbiamo percepito gli stipendi, abbiamo famiglie e progetti di vita da garantire. Ma abbiamo fatto il nostro dovere come giocatori, e sono felice ed euforico per aver raggiunto un obiettivo che abbiamo voluto fortemente. La salvezza nella regular season è stata meritata e rappresenta una conferma del nostro valore".

Chiederete più tutele all’Assocalciatori per evitare situazioni simili?
"Si parla da anni di riforme, ma è complicato trovare regole che vadano bene a tutti. Ogni anno ci sono squadre che faticano a iscriversi o a completare la stagione, ed è grave. Serve una soluzione. Non si tratta solo di ridurre il numero di squadre, ma di controllare meglio e garantire più introiti alle società. In Serie B ci sono i diritti televisivi, che rappresentano un’entrata significativa, mentre in Serie C è una miseria. Bisogna trovare un modo per rendere la Serie C più sostenibile. Il sistema non regge, lo vediamo tutti, anche in Serie B ci sono state penalizzazioni. Serve agire in tempi brevi".

Questa salvezza è merito del gruppo?
"Assolutamente sì, del gruppo squadra, includendo chi è rimasto fino a gennaio e chi ha dovuto lasciare per i motivi che ho spiegato. Merito del mister, del suo staff, del direttore, dei ragazzi degli uffici, dei magazzinieri e della città, che ha risposto presente pagando di tasca propria per aiutarci a finire il campionato. L’ultima partita, con lo stadio pieno che ci ha trascinato, è stata la chiusura del cerchio. Abbiamo vissuto emozioni forti, e quel pubblico ci ha dato qualcosa in più. Spero che tutto questo sia un auspicio per salvare la Lucchese".